Il linguaggio del corpo
“Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo quando si è imparato a conoscerlo” A. Lowen
L’atteggiamento peculiare di ciascuno di noi verso la realtà è il riperpetuarsi di schemi interiorizzati, frutto di ripetute esperienze conflittuali vissute nell’infanzia. Il movimento vitale di ciascuno, nell’impatto con l’ambiente, incontra delle frustrazioni che si strutturano nel corpo sotto forma di tensioni, veri e propri blocchi muscolari che diventano cronici. Essi influenzano la nostra potenzialità espressiva, la nostra spontaneità, la nostra vitalità. Il più delle volte le persone non sono consapevoli di tali limitazioni e, se lo sono, non hanno gli strumenti per liberarsene. Il corpo nell’aspetto, nell’espressione, nella mobilità, nella carica energetica, parla della nostra storia e della sua unicità. Le parole possono ingannare, ma il corpo non mente: rivela ciò che siamo. È necessario saperlo leggere, ascoltare, comprendere nei suoi contenuti e messaggi energetici, ma sempre in una dimensione di risonanza empatica. Quello del terapeuta bioenergetico è un lavoro complesso che necessita di una seria formazione, una grande esperienza, un alto livello di competenza. È un lavoro che richiede non solo approfondite conoscenze della materia e un lungo percorso personale, ma anche una fine sensibilità nella conduzione della terapia. Una delle qualità di un valido terapeuta bioenergetico è quella di essere in grado di sintonizzarsi con il paziente nella sua unicità. Non si parla solo di empatia, di comprendere il vissuto e calarsi nell’esperienza emozionale di chi intraprende un viaggio alla scoperta di sé, ma di essere in grado di risuonare con il paziente, con le proprie sensazioni ed emozioni, accogliendole, senza farsene travolgere nel rispetto dell’altro in ogni peculiare momento del processo terapeutico.